OSSERVARE, ASCOLTARE, ESPRIMERE

Scrivere, come leggere, può ri-creare la realtà in un’esperienza intimamente autentica.

Ri-creativa.

La teoria che viene in supporto alla scrittura creativa può essere appresa, esercitata. Resa propria, può essere superata scrivendo e, narrando, dimenticata.

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sabato 29 dicembre 2012

Scrittura e benessere - III pt

L’inibizione:


-    comporta un lavoro fisico: per trattenere attivamente pensieri, sentimenti, comportamenti, è necessario un lavoro fisiologico;

-    produce cambiamenti biologici: con il tempo l’inibizione agisce come una forza cumulativa aumentando la possibilità di problemi legati allo stress. Più è elevato lo sforzo di inibizione, maggiore è la sollecitazione all’organismo;

-    influisce sull’abilità di pensiero: riducendo pensieri e affetti legati ad un evento non è possibile pensarlo in modo aperto, completo, funzionale alla sua integrazione, a comprenderlo e assimilarlo nell'esperienza di vita;

-    provoca altri pensieri: le esperienze inibite ‘rimbalzano’ e probabilmente affioreranno sotto forma di pensieri ricorrenti, sogni, desideri insoliti. Questi confondono le motivazioni individuali, la percezione dei bisogni personali e possono favorire l’insonnia;

-    il confronto neutralizza l’inibizione: riduce immediatamente lo stress fisiologico e i suoi effetti progressivi;

-    l’integrazione di un’esperienza: traducendola in linguaggio, parlando o scrivendo, aiuta a superare un evento, così può essere compreso meglio e superato.



I ‘rituali di confessione’ hanno un ruolo importante nella maggior parte delle religioni di tutto il mondo. Nelle culture occidentali, sui treni e negli autobus, le persone tendono a rivelare alcuni lati intimi ad altre persone che non hanno mai incontrato.

Se l’inibizione è potenzialmente dannosa, il confronto con i propri pensieri e sentimenti più profondi può provocare notevoli benefici sul breve e sul lungo periodo: la ‘confessione’, parlare apertamente di pensieri e sentimenti, può neutralizzare molti dei problemi legati all’inibizione. L'abitudine di raccontare, anche scrivendo, di un evento privato, forte, che alimenta pensieri ricorrenti, può inoltre avere l’effetto di modificare i valori profondi verso una maggiore flessibilità, rendere più efficace il modo quotidiano di pensare, migliorare i sentimenti che si provano nei propri confronti.


(Scrivi cosa ti dice il cuore - J. W. Pennebacker, 2004)

domenica 23 dicembre 2012

Scrittura e benessere - II pt

Con ‘inibizione’ si intende un processo che porta ad evitare il confronto con gli altri. Tale confronto può riguardare aspetti personali considerati importanti, sia quelli che assumono un valore ‘negativo’ che ‘positivo’. L’inibizione non fa distinzioni: è ‘inibito’ ogni pensiero, sentimento, ricordo, che viene trattenuto e non viene espresso.

L’insiodiosità di un evento o di un trauma - un incidente, un lutto, un cambiamento inaspettato - è spesso legata al fatto che le persone non ne possono parlare e devono reprimere il loro bisogno di condividere un’esperienza importante.
Studi sul campo indicano che può essere faticoso trattenere o inibire attivamente pensieri e sentimenti. Con il passare del tempo il lavoro di inibizione può gradualmente indebolire le difese dell’organismo, influire sulla funzione immunitaria, sull’azione del sistema cardiovascolare e sul funzionamento biochimico del cervello.

I motivi alla base del mancato confronto con se stessi attraverso gli altri possono essere vari: timore del giudizio altrui, dubbi sulla riservatezza, pensare di non trovare una persona ‘adatta’ all’ascolto, il dubbio di trovare la ‘risposta’ di cui si sente il bisogno, essere determinati ad andare avanti trascurando il presente, minimizzare l’importanza dei propri sentimenti.
Altra ragione riguarda il diniego, la normale tendenza ad evitare il pensiero di un’esperienza, specie se spiacevole. Alcuni sentimenti sono così dolorosi da preferire mentire a se stessi pensando che non esistano: vengono esclusi dalla coscienza insieme all’ansia e alla sofferenza psicologica che possono comportare. Si ricorre a pensieri diversi considerati più importanti e si fa appello a spiegazioni alternative. Questo permette di sentirsi più sicuri e autonomi, di allontanare sentimenti difficoltosi da affrontare.


La consapevolezza dei correlati psicologici e delle cause di sentimenti e pensieri negativi può sciogliere le tensioni che influiscono sul corpo: è il primo passo attivo per superarli. Per questo può essere utile un diario in cui raccontare l'evento più significativo della propria giornata, cercando di esplorare i pensieri ed i sentimenti che ha provocato. Non è necessario scriverlo tutte le sere ma qualndo se ne sente il bisogno.
La consapevolezza - e la condivisione - può essere agevolata dall'esperienza del 'raccontare a se stessi'. Questa semplice pratica a medio termine migliora l'umore e le relazioni, a lungo termine aiuta la salute fisica.


(Scrivi cosa ti dice il cuore - J. W. Pennebacker, 2004)


venerdì 21 dicembre 2012

Scrivere: tempi - II pt

Come dicevamo... perché un racconto sia buono bisogna lavorarci. Se c'è davvero voglia di lavorare, un buon racconto breve arriverà!
Per scrivere bene è importante scrivere.

Rispettando i tempi di scrittura state dedicando del tempo a voi stessi. Le prime volte sarà impegnativo, potrà costarvi fatica rispettarli e capire quando e quanto è giusto scrivere per voi. Però dopo qualche settimana non stupitevi se, saltando una giornata del vostro programma personale, potrete sentire il desiderio di tornare a scrivere. Se scrivere vi diverte, facilmente vi accadrà pure questo.
Trovate un posto confortevole, lontano da distrazioni, comodo, né freddo né troppo caldo. Regolarità e un buon posto sono ingredienti importanti. C'è chi scrive solo nelle sale da the, chi preferisce immergersi nel silenzio più profondo. Il vero trucco è trovare ciò che è meglio per voi. Ci riuscirete solo imparando a conoscervi, mettendovi alla prova.

Siate un insegnante  di voi stessi appassionato e attento. Siate il suo allievo più indisciplinato!



domenica 9 dicembre 2012

Scrivere: tempi - I pt

Perché un racconto sia buono bisogna lavorarci.
Creatività, intuizione e trasporto sono ingredienti necessari, ma non sempre bastano per scrivere una buona storia. Ma se c’è davvero voglia di lavorare, un buon racconto breve arriva
Il modo migliore per scrivere bene è scrivere.
Pensate a quando fate qualcosa che vi piace, quando in tv c’è la vostra serie preferita, o quando andate a calcetto. Se siete determinati a scrivere, allora dovrete stabilire dei tempi di scrittura. Più giorni alla settimana, se riuscite. Cercate il momento della giornata in cui vi sentite più liberi.

Impegnatevi per rispettare l’orario che avete scelto. Potete misurare la vostra attività in unità di pagine o in ore. Ma non esagerate con le ore programmate: rischierete di fare fatica a rispettarle e penserete che forse siete voi a non essere capaci o motivati. Meglio iniziare con poco e iniziare bene. Il vostro programma, oltre a essere piacevole, dovrebbe essere sostenibile. Alla quantità preferite la costanza.
Se un giorno non vi sentite ispirati, cercate di vedere cosa accade dentro di voi. Potete sempre scrivere quello che sentite, oppure trarre spunto proprio dalla sensazione di non riuscire a scrivere. Andate a caccia delle vostre emozioni. Se davvero non riuscite, appuntate qualche idea. Se volete potrete svilupparla in un altro momento.



sabato 8 dicembre 2012

Scrittura e benessere - I pt

La scrittura, come anche il dialogo, spesso sortisce un benefico effetto sul morale, sulle relazioni e sul corpo. In particolare (Pennebaker, 2004):

-    libera la mente: promuove un effetto catartico, stimola creatività e capacità di intuizione (insight), utile come decongestione da un evento emotivamente carico o come preparazione all’esecuzione di un compito complesso. Gli stati emotivi negativi collegati al racconto di eventi particolarmente coinvolgenti sono residui 'fisiologici' che svaniscono nel giro di alcune ore o giorni, lasciando l'individuo libero di percepire e soddisfare nuovi bisogni;

-    favorisce il superamento di blocchi: la ruminazione (un pensiero continuo difficile da interrompre) o la negazione (l'evitamento di un pensiero e di un'emozione), tipicamente collegate ad un evento stressante, impegnano quantità considerevoli di energie. Scrivere permette una rielaborazione razionale ed emotiva che favorisce l'equilibrio interiore e un ripristino delle normali capacità di fronteggiamento;

-    stimola apprendimento e memoria: riflettere su un argomento aiuta a rievocare concetti appresi come a svilupparne di nuovi, stimola la capacità di recupero dei ricordi, mantiene attivo un approccio critico e consapevole verso se stessi e gli altri, promuove il confronto con punti di vista differenti, ne agovola  lo sviluppo di altri originali, utili nel vivere quotidiano;

-    favorisce la soluzione di problemi: integrare delle informazioni (tra il livello intellettuale ed emotivo, tra sfera cognitiva ed affettiva, tra l'emisfero cerebrale sinistro e destro),  mantenere l’attenzione su un argomento, narrare un resoconto ‘lineare’ e che possa essere riletto, è una forma di esercizio dei processi mentali che consente di vedere 'da fuori' atteggiamenti e motivazioni, ampliandone la percezione;

-    sviluppa la capacità di espressione: esercitarsi a scrivere, il confronto con un testo e la lettura, amplia il bagaglio dei termini che si utilizzano nel linguaggio quotidiano (lessico), sviluppa la capacità di narrativa (competenza testuale), il pensiero logico, permette di integrare la percezione di sé. L’esercizio costante alla scrittura si riporta nella sfera personale fino a migliorare le capacità relazionali. Descrivere un evento arricchendolo di dettagli significa ri-viverlo, averne una percezione più completa.

La narrazione ha un reale effetto sulla salute fisica: può aiutare a superare eventi che provocano stress e che influiscono sull'attività del sistema endocrino. Scrivere per 3 giorni, 15 minuti per volta, di un evento stressante, riduce la produzione di ormoni dello stress.


(Scrivi cosa ti dice il cuore - J. W. Pennebacker, 2004)