L’inibizione:
- comporta un lavoro fisico: per trattenere attivamente
pensieri, sentimenti, comportamenti, è necessario un lavoro fisiologico;
- produce cambiamenti biologici: con il tempo l’inibizione agisce
come una forza cumulativa aumentando la possibilità di problemi legati allo
stress. Più è elevato lo sforzo di inibizione, maggiore è la sollecitazione
all’organismo;
- influisce sull’abilità di pensiero: riducendo pensieri e affetti
legati ad un evento non è possibile pensarlo in modo aperto, completo,
funzionale alla sua integrazione, a comprenderlo e assimilarlo nell'esperienza di vita;
- provoca altri pensieri: le esperienze inibite ‘rimbalzano’
e probabilmente affioreranno sotto forma di pensieri ricorrenti, sogni,
desideri insoliti. Questi confondono le motivazioni individuali, la percezione dei bisogni personali e possono favorire l’insonnia;
- il confronto neutralizza
l’inibizione:
riduce immediatamente lo stress fisiologico e i suoi effetti progressivi;
- l’integrazione di un’esperienza: traducendola in linguaggio,
parlando o scrivendo, aiuta a superare un evento, così può essere compreso
meglio e superato.
I ‘rituali di confessione’ hanno un ruolo importante nella
maggior parte delle religioni di tutto il mondo. Nelle culture occidentali, sui
treni e negli autobus, le persone tendono a rivelare alcuni lati intimi ad
altre persone che non hanno mai incontrato.
Se l’inibizione è potenzialmente dannosa, il confronto con i
propri pensieri e sentimenti più profondi può provocare notevoli benefici sul
breve e sul lungo periodo: la ‘confessione’, parlare apertamente di pensieri e sentimenti, può neutralizzare molti dei problemi legati
all’inibizione. L'abitudine di raccontare, anche scrivendo, di un evento privato, forte, che alimenta pensieri ricorrenti, può inoltre avere l’effetto di modificare i valori profondi verso una maggiore flessibilità,
rendere più efficace il modo quotidiano di pensare, migliorare i sentimenti che si provano nei propri confronti.
(Scrivi cosa ti dice il cuore - J. W. Pennebacker,
2004)